Parco nazionale del locarnese nel 2009

Vorrei dare un senso a questo Parco.

Eli da Spruga

 

Articolo apparso su diversi giornali ticinesi e sulla Voce Onsernonese e Agricoltore ticinese ecc. con molto successo e critiche molto positive .

 

Vorrei dare un senso a questo Parco Nazionale del Locarnese, anche se un senso……non dico che non l’abbia, ma che è difficile da trovare. Addirittura oserei dire che sono fra i possibilisti, certo leggendo la bozza dell’Ordinanza sui Parchi nazionali non si ha l’impressione che la direzione sia quella giusta. Eppure l’ordinanza la trovo perfetta per un Parco Nazionale, con le sue belle restrizioni , proibizioni e leggi e leggine che portano più problemi che soluzioni, dicevo che l’ordinanza è perfetta , ma non per un territorio come il nostro, magari in Argentina o nel Caucaso, qui il territorio é troppo piccolo .Vediamo da vicino le proibizioni nelle zone Nucleo, sono le stesse che vigono per il Parco Nazionale in Engadina, in pratica in questi nuclei saranno bandite Tutte le attività umane , sul terreno e in aria. A cominciare dall’ agricoltura , caccia pesca , raccolta funghi e minerali , lavori forestali , cave, passeggiate fuori dai sentieri principali, introdurre animali di qualsiasi specie, trasporti di persone e commerciali con elicotteri e pure semplici sorvoli , non da ultimo in certi casi demolire rustici o cascinali non conformi allo spirito del Parco.  Le zone candidate a Parco erano parecchie, ma con queste premesse siamo restati in corsa solo noi del Locarnese , e le Tre Valli con il progetto ParcAdula. Se avere un Parco Nazionale fosse un affare, le altre Zone non avrebbero gettato tanto facilmente la spugna, e forse altre si sarebbero candidate.   La zona nostra in fondo non ha bisogno di protezione della natura , si protegge da sola, con molti posti impervi e inaccessibili, quindi perché mettere tanta energia per ottenere ciò che abbiamo già. Poco abitata, fin troppo abbandonata, senza industrie inquinanti , con un turismo relativo e rispettoso della natura e già una infinità di leggi che ci governano. Vogliamo ancora più leggi e restrizioni? Vediamo cosa si chiede per l’Agricoltura, anche se non scritto come minimo in un Parco nazionale e anche per avere l’eventuale “ Marchio Prodotto”una sorta di garanzia di qualità, ma di questi marchi in Ticino , ne abbiamo già parecchi , forse troppi. , le aziende dovranno convertirsi al Bio e non sarà così facile , e qualche agricoltore potrebbe mollare e l’Agricoltura invece di rafforzarsi indebolirsi, in oltre non capisco come si possa conciliare agricoltura con cervi , caprioli e cinghiali che già adesso creano molti danni . Lupi e linci che potrebbero colpire fuori delle Zone nucleo e poi in loro rifugiarsi, di fatto e per legge diventeranno intoccabili, essendo la caccia assolutamente proibita, o voi pensate che in zone così vaste due o tre guardiacaccia possano regolare facilmente gli ungulati , è già difficile oggi con molti cacciatori e con la caccia aperta. Chi conosce da vicino un po’ la realtà agricola, capisce che neppure con un Parco riusciremo a moltiplicare la quantità di prodotto , i prati e i pascoli sono quel che sono e di certo non raddoppiano con l’arrivo del Parco, poco terreno, aziende piccole , investimenti notevoli, garanzie incerte… non mi sembrano buone premesse già di partenza per creare un Parco. Non so se qualche posto di lavoro sarà sufficiente a frenare lo spopolamento e meno ancora a far tornare molti a vivere in valle, così da creare una struttura socio economica attrattiva per gente giovane e con famiglia si da attivare scuole e altro di sociale. Proibire la caccia e la pesca su oltre un terzo del nostro territorio, e magari proprio nelle zone e sui fiumi migliori, a me e a chi come me che il territorio lo vive tutto l’anno, trasformandola caccia da passione profonda , a una mera regolazione di ungulati, di certo non migliora la nostra qualità di vita.

L’ordinanza dice molto su ciò che non potremo più fare, sia per i residenti ed anche per chi da noi già viene in vacanza, con le infrastrutture attuali , difficilmente potremo dare alloggio alle migliaia di persone che vorranno visitare il Parco, l’Ordinanza non dà nero su bianco una grande garanzia finanziaria. Certo il SOGNO di avere un Parco Nazionale Veramente a misura d’uomo come ci é stato descritto fin ora, dopo aver visto questa ordinanza è per tutti un po’ svanito. L’ordinanza è in consultazione e quindi si potrebbe in teoria cambiare, ma per le 4 zone Nucleo questo sarà molto difficile, poiché sono e devono restare tali anche per poter poi giustificare un Parco nazionale. Se l’ordinanza cambierà molto e in punti importanti ce lo dirà il futuro. Se si potranno fare dei compromessi,per esempio ridurre le zone nucleo in termini ragionevoli e adatti alla nostra zona, l’idea del Parco potrebbe passare , ma allo stato attuale delle cose è difficile credere e dare un senso a Questo Parco. Molto altro si potrebbe ipotizzare e dire , convincere e spiegare, la Regione locarnese e Vallemaggia di sicuro prenderà una posizione chiara e univoca per cercare di cambiare tutto quello che, per noi tutti non va bene, penso sia quello che faranno gli addetti ai lavori nei prossimi due anni, quelli che ci separano dalla decisione finale cioè: Questo parco sa o non sa da fare ?